Thursday, May 5, 2011

Primariato tutto da rifare « Milocca – Milena Libera

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La motivazione della sentenza con cui il gup Marcello Testaquatra ha prosciolto, lo scorso 22 novembre, gli ex dirigenti dell'azienda ospedaliera "Sant'Elia" Alberto Paladino (ex direttore generale), Giuseppe Amico (ex direttore sanitario), Franco Maniscalco (ex direttore amministrativo) e l'attuale primario della divisione di Chirurgia Silvio Morini, non ha convinto il procuratore generale della Cassazione, che ha chiesto ai giudici della Suprema Corte di annullare quella sentenza e disporre un nuovo giudizio. E ieri sera, intorno alle 22, i giudici della Cassazione hanno emesso il verdetto: niente proscioglimento per i quattro imputati, ma rinvio a giudizio davanti al Tribunale collegiale, così come avevano chiesto gli avvocati di parte civile Emanuele Limuti, Adriana Salerno, Luigi Colaleo, Dino Milazzo e Davide Schillaci. La data del processo deve essere adesso fissata.

La vicenda in questione riguarda la nomina a primario di Chirurgia del dott. Silvio Morini, arrivata a inizio 2008 dopo che il concorso per l'assegnazione del posto di direttore dell'unità di Chirurgia venne annullato. Al termine della procedura di selezione erano stati giudicati idonei i quattro candidati che avevano fatto domanda e cioè i chirurghi Arcangelo Lacagnina, ex primario di Chirurgia del "Sant'Elia", Michele Ricotta, Carmelo Venti e Cesare Cannemi.
Inizialmente i termini del concorso vennero riaperti e poi la direzione del "Sant'Elia" decise di invalidarlo, visto che, a loro dire, le competenze dei candidati non sarebbero state in linea con la "mission" aziendale in materia di chirurgia oncologica e l'incarico fu affidato al dott. Morini.

Secondo l'accusa gli indagati avrebbero commesso un abuso d'ufficio a seguito di presunte pressioni per conferire la nomina al dott. Morini (che risponde solo di concorso in abuso), che avrebbe avuto una condotta istigatrice per ottenere il posto. Pressioni che sarebbero arrivate dall'on. Alessandro Pagano, all'epoca deputato regionale del Pdl, che si fece giudicare con il rito abbreviato e venne assolto "perché il fatto non sussiste". Assoluzione che è stata appellata dalla Procura, che contemporaneamente presentò ricorso in Cassazione contro i proscioglimenti degli altri quattro indagati, che non avevano scelto il rito abbreviato.

Alle conclusioni dell'accusa si sono associati i difensori di parte civile dei quattro aspiranti primari che sarebbero stati danneggiati, ovvero gli avvocati Emanuele Limuti, Adriana Salerno, Luigi Colaleo, Dino Milazzo e Davide Schillaci, i quali hanno chiesto ai giudici della Cassazione l'annullamento della sentenza del gup.

Sentenza che invece è considerata ineccepibile dai difensori degli indagati, gli avvocati difensori Cinzia Di Vita, Francesco Crescimanno, Giuseppe Ferraro, Rudy Maira, Calogero Licata, Vincenzo Mellìa e Giuseppe Lo Faro, i quali hanno sostenuto la regolarità dell'operato degli ex vertici del "Sant'Elia" che non avrebbero violato alcuna norma di legge, visto che nessuna norma vieterebbe di affidare l'incarico di primario a un candidato esterno giudicato più idoneo di altri.

Amico, Maniscalco e Paladino vennero però rinviati a giudizio per alcuni capi d'accusa quali l'abuso d'ufficio per non avere annullato alcune delibere, fra cui quella relativa all'affidamento dell'incarico di primario a un soggetto esterno oltre alla diffamazione nei confronti del dott. Lacagnina, che, a dire dei tre ex dirigenti del "Sant'Elia", non aveva eseguito interventi ad alta complessità su organi quali fegato e pancreas. Il dibattimento deve ancora aprirsi.

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